Sono tra gli strumenti finanziari più conosciuti e per lungo tempo hanno ospitato il risparmio di molte famiglie: i certificati di deposito continuano periodicamente ad essere rilanciati dagli istituti bancari, che durante i momenti più duri della crisi finanziaria hanno diversificato le proprie strategie di mercato orientandole verso una raccolta di maggiore liquidità.
I certificati di deposito sono titoli finanziari vincolati e trasferibili, la cui durata varia da 3 mesi ai 5 anni. Il capitale investito non può essere richiamato anticipatamente per scadenze inferiori a 18 mesi e il tasso di interesse garantito rimane costante anche in caso di oscillazioni dei mercati, attraverso delle cedole che maturano annualmente o al termine del vincolo. Alcuni arrivano ad offrire un tasso d’interesse lordo del 5% per vincoli a 24 mesi, ma a fronte di un investimento minimo a quattro zeri.
Con l’aumento della pressione fiscale nei confronti di questo strumento di deposito, passata nel 2012 dal 12,5% al 20%, l’interesse dei risparmiatori si è spostato verso altre opportunità di investimento, con particolare riferimento al conto deposito. I principali motivi di questo nuovo orientamento riguardano:
- la tassazione, dopo la riduzione di 7 punti percentuali, passando dal 27% al 20%, a partire dal 1 gennaio 2012;
- i costi, perché le migliori offerte di conto deposito online sono a zero spese;
- il rendimento, che per i prodotti più competitivi può superare anche il 4,5% lordo annuo;
- la sicurezza, in quanto il FITD garantisce le giacenze, per depositante e per istituto, fino a 100 mila euro.
Inoltre alcune banche hanno deciso di farsi carico anche per il 2013 dell’imposta di bollo, introdotta dal D.L. 16/2012, su conto corrente e prodotti finanziari.